martedì 29 ottobre 2013

Anziani, la casa salva la vita. Ne "La forza degli anni" l'esperienza di domiciliarità di Sant'Egidio

di Marco Testi

"Non è giusto morire prima di morire, ma è giusto e sacrosanto togliere alla morte quel più di male che è l'umiliazione della persona".
Il libro da cui è tratta la testimonianza di Giulia, un'anziana che vive in un istituto perché non più autosufficiente, "La forza degli anni" (I libri di Sant'Egidio, Francesco Mondadori, 317 pagine) fa molto pensare, e, a tratti, fa anche male. Le varie voci che da esso ci parlano mostrano quello che sapevamo già, ma che noi rimuoviamo ogni giorno: il nostro futuro, quello di tutti gli uomini. Un destino che non diventa più completamente nostro, che ci viene sottratto lentamente quando non rappresentiamo più un'utilità sociale. Senza tanti svolazzi retorici, quella parte della comunità di Sant'Egidio che s'interessa delle problematiche legate al mondo degli anziani ci sbatte in faccia una regola, una realtà e una tradizione iniqua quanto puntuale: l'allontanamento dell'anziano dalla sua casa è la sua morte civile prima ancora che biologica. L'anziano perde il nome ("Ti ricordi il mio nome!" esclamano stupiti ai volontari che li vanno a trovare), perde le proprie cose personali, i propri vestiti, talvolta i soldi, la memoria, tutto. In un istituto "specializzato", "a tutti venivano tagliati i capelli allo stesso modo. Nessuno possedeva più niente, perché i vestiti venivano a loro sottratti all'ingresso. A tutti venivano dati farmaci sedativi che inibivano la coscienza e la volontà. Si restava sporchi per giorni interi, non c'era aiuto per mangiare e per bere". 

sabato 26 ottobre 2013

www.ontuscia.it : Sabato incontro cittadino sulla vecchiaia: problemi, valori e forza

Rassegna stampa da www.ontuscia.it

VITERBO – (m) Sabato 26 ottobre, alle ore 17,30, presso la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, si terrà la presentazione del libro “La forza degli anni. Lezioni di vecchiaia per giovani e famiglie”. La presenza crescente degli anziani nella società contemporanea evoca una questione cruciale per chiunque si trovi in prossimità anagrafica a questa condizione, per chi abbia parenti anziani in casa, operi in strutture in cui sono ricoverati anziani o svolga un’attività di volontariato rivolta la settore.

Mentre l’aspettativa media di vita, secondo le confortanti proiezioni dei demografi, continuano ad allungarsi manca ancora una cultura della vecchiaia, che oggi diventa una condizione di massa, da pianificare e gestire non solo in termini di potenziamento di servizi sociali ma in ambito propriamente culturale.